Il 7×6: Analisi del gioco senza portiere in parità numerica – Prof. Oscar Gutiérrez

PREMESSA

La Pallamano è un gioco collettivo che dipende da azioni individuali e di gruppo. Quello collettivo risulta dallo sviluppo del giocatore, individualmente, ma anche dal suo legame con i restanti compagni di squadra.

L’evoluzione del gioco della pallamano sta sperimentando l’apparizione costante di sfumature tecnico – tattiche che progressivamente stanno arricchendo il suo contenuto. La tattica rappresenta uno dei fattori della preparazione e dell’allenamento sportivo che più s’identificano con gli sport di squadra, così come detto da tanti autori. L’obiettivo fondamentale della tattica è “trovare soluzioni per la risoluzione dei distinti problemi che ci creano le situazioni della competizione”. (Juan Antón Garcia, 2006).

Il principale obiettivo della tattica in attacco consiste nel segnare un gol, e questo dovrà essere conseguito attraverso un insieme di azioni che permettono di garantire buone condizioni di finalizzazione. Per riuscire a concludere è necessario coinvolgere un insieme di meccanismi di differente natura, come la capacità motoria, i processi percettivi e di decision making e anche il coraggio (Laguna, 1996).

In questa prospettiva, i sistemi offensivi sono organizzati affinché gli attaccanti coordinino le loro azioni individuali e collettive alla ricerca del gol.

Come ogni sport, la pallamano si sta sviluppando e questo sviluppo è strettamente connesso anche alle modifiche del Regolamento di gioco.

Di conseguenza, le squadre e gli allenatori stanno facendo un’enorme sforzo per adattarsi a queste nuove situazioni in due modi differenti:

  1. Utilizzando nuove tattiche per trarne beneficio.
  2. Preparando la squadra per contrastare l’uso di queste nuove tattiche.

All’interno di queste nuove tattiche ricade la modifica del Regolamento di gioco nella quale il giocatore identificato come portiere può essere sostituito da un giocatore di campo, permettendo alla squadra che in quel momento ha il possesso della palla di giocare in superiorità numerica. Ossia il gioco 7×6 senza portiere in parità numerica.

In questo momento questa sfumatura del gioco offensivo, il 7×6 senza portiere in parità numerica è di certo la più discussa nella pallamano.

Alcuni la considerano una risorsa in più dal punto di vista offensivo, personalmente credo sia necessario che si lavori affinché si acquisisca una maggiore mobilità nei partecipanti, per non tendere a somigliare al beach handball. Nell’ultimo Campionato mondiale il Giappone ha interpretato molto bene questo tipo di gioco, forse per le caratteristiche dei propri giocatori.

Di contro, questa modalità offensiva esalta l’attività difensiva. A tal proposito v’invito a guardare alcune partite della nazionale Spagnola junior, la quale ha mostrato a tratti una grande difesa contro 7 giocatori attaccanti, con elevata intensità difensiva, tanta mobilità dei difensori ed eccellenti collaborazioni difensive.

Di seguito l’articolo dell’amico Professore Oscar Gutiérrez  pubblicato su Valonmano con la V, che ringrazio per la sua grande disponibilità alla traduzione e alla pubblicazione su handballsquare e per il suo enorme apporto al nostro sport, permettendo a noi allenatori di arricchire la nostra formazione tattica e di conseguenza quella dei nostri giocatori.

                                                                                           Antonio Costa

 

Il 7×6: Analisi del gioco senza portiere in parità numerica

scritto da Oscar Gutiérrez per Valonmano con la V

Senza dubbio la situazione più discussa nella pallamano attuale è il gioco senza portiere, derivato dalle possibilità che offre la modifica del regolamento introdotta in questo ciclo olimpico. Potrà piacere o piacere meno, ma la possibilità di usarla mentre non si modifica il regolamento (se finalmente si fa ) è qui per tutti.

Tuttavia, nonostante sia stata assunta già da tempo, non si è vista un’evoluzione nelle possibili varianti d’uso. Forse il fatto che la maggior parte degli allenatori non siano d’accordo con questa norma, ha influito inconsciamente negli sforzi che hanno dedicato per sviluppare nuove possibilità, sebbene paradossalmente, quasi tutti la utilizzano.

Di seguito, analizzerò alcune varianti del gioco senza portiere nelle situazioni di parità numerica, cioè, quando non esiste sanzione regolamentare e s’introduce il settimo giocatore con l’intenzione di generare una superiorità numerica offensiva, lasciando da parte le situazioni in inferiorità numerica.

La prima conseguenza che si osserva nell’applicazione del gioco 7×6 è la perdita di fluidità nella circolazione della palla e, soprattutto, nella circolazione dei giocatori. Avendo già creato la superiorità sembra che gli attaccanti aspettino di avere beneficio con pochi passaggi e le loro traiettorie di solito sono molto dirette. Forse stanno adempiendo alle premesse adeguate del gioco in superiorità numerica offensiva, ma quando sono disponibili spazi più ampi. La combinazione di questi due fatti fa che, in numerose occasioni, la difesa può contrastare lo squilibrio difensivo basato su una maggiore attività.

 

Un’altra conseguenza ovvia sono i problemi che ha la difesa per acquisire profondità e ostacolare il tiro dalla distanza. La posizione dei due pivot nelle zone vicine all’area di porta impegna i difensori, ma paradossalmente, a volte l’attacco realizza gli stessi movimenti che si fanno quando si cerca un tiro dalla distanza nel gioco 6×6, e che la difesa può contrastare con l’uscita del difensore, e in queste situazioni, quando il difensore non può uscire per la vicinanza dei pivot, non si sfrutta questa occasione di tiro.

Faccio un esempio. Un movimento molto di moda è fare incrociare il pivot dietro il centrale accompagnato da un cambio di posto tra il centrale e il terzino. Di fronte a questo, il difensore centrale anticipa per neutralizzare la possibilità che il terzino arrivi di corsa e possa tirare. Nel gioco 7×6, anche con un cambio del centrale con il terzino, e tenendo il difensore fisso per la posizione dei pivot, il terzino che viene non sfrutta la perdita di profondità difensiva per tirare dalla distanza.

 

Una seconda questione per analizzare questa variante è la posizione dei due pivot. Un modello molto comune è che entrambi i pivot iniziano l’azione offensiva nel punto che occuperanno durante lo sviluppo dell’attacco, senza modificare questa zona durante l’attacco stesso. Questo può generare  beneficio certo ai difensori giacché hanno “controllato” dove sono i pivot e possono anticipare le loro risposte. Le possibilità che si hanno sono l’occupazione della totalità dei possibili spazi, creando più o meno opportunità in funzione del grado di apertura di queste posizioni.

Quando i due pivot si posizionano negli intervalli difensivi esterni creano più spazi verso le zone centrali e dubbi nei penultimi difensori per decidere tra l’uscita sul giocatore di prima linea o marcare il pivot, che in questo caso, solitamente sono le risposte offensive abituali, ossia la continuità nella circolazione per il tiro del centrale o lo scalare.

Un’altra possibilità è posizionare un pivot nello spazio esterno (generalmente dal lato in cui inizia l’attacco) e il secondo pivot tra il mediano e il centrale difensivo dal lato opposto o tra i due difensori centrali. In questo caso, l’azione offensiva solitamente è cercare la risposta nel gioco con il secondo pivot o negli spazi più lontani dalla zona d’inizio, sia per lo sfruttamento del terzino, sia per lo sfruttamento dello scalare oppure per un passaggio lungo all’ala più lontana per la tendenza della difesa a flottare per chiudere spazi.

 

Un’opzione differente è posizionare i due pivot chiusi, cioè, tra il mediano e il centrale difensivo, di ogni lato. In questo caso, si produce un indebolimento difensivo che facilita il tiro delle prime linee o la possibilità di finalizzazione per zone esterne.

 

Alcune volte possiamo vedere anche proposte che sembrano andare contro i principi di sfruttamento ottimo dello spazio in larghezza e profondità, come è il caso di situazione tre pivot senza ala.

 

Una volta analizzate le distinte posizioni iniziali dei pivot e le opzioni che generano, vedremo come solitamente si sviluppa l’attacco. Abbiamo già commentano che l’evoluzione di queste situazioni non ha originato soluzioni creative e solitamente si cercano opzioni molto dirette o, nel migliore dei casi, passaggi lunghi ai giocatori situati in zone esterne. Fortunatamente, ci sono sempre note di colore che cercano di sorprendere i difensori con nuove proposte. E nascono, proporzionalmente in maggior misura rispetto al gioco convenzionale, le opzioni di gioco aereo, le “flys” o azioni in volo.

 

Credo che una linea di evoluzione di queste situazioni di gioco 7×6 debba passare attraverso la maggiore mobilità dei giocatori coinvolti, così come avviene nelle situazioni di gioco 6×6, ma nell’attualità non è molto frequente vedere attacchi con 7 giocatori con cambi di posto tra questi. Senza alcun dubbio, questo genererebbe maggiore incertezza nella distribuzione delle responsabilità difensive a beneficio delle opzioni dell’attacco. Vediamo alcuni esempi nei quali ci sono diversi incroci tra i giocatori di prima linea.

 

Altra opzione sarebbe quella del non fornire informazione precedente alla situazione nella quale interverranno i pivot, sia nel posizionarsi in una zona differente d’inizio e cambiare o modificare la loro zona una volta che inizia l’attacco.

 

Speriamo che se questa regola rimarrà nel tempo, le possibili risposte offensive vadano evolvendosi verso una maggiore mobilità dei giocatori e della palla, che è una delle ricchezze del nostro sport.

Ringraziamenti: desidero ringraziare la cessione di alcuni dei video che appaiono in questo lavoro a Jorge Dueñas e Manuel Laguna, così come la Longomatch per l’uso del loro programma di analisi.