Dall’iniziazione sportiva al posto specifico: idee chiave per insegnare e allenare bene la pallamano (Parte 1)

Premessa

L’attività fisico-sportiva deve considerarsi come una parte fondamentale della formazione dei nostri bambini e giovani, e l’apprendimento della pallamano può essere considerato un mezzo per aumentare e arricchire il loro repertorio motorio. La pallamano è uno degli sport collettivi più appropriati per l’iniziazione sportiva. Lo afferma il Prof. Antón García (1990) quando dice che “lo sport della pallamano offre grandi e ricche manifestazioni nell’espressione del movimento, e tanto il bambino come l’adolescente che lo praticano, come proprio l’allenatore, troveranno costantemente scoperte suggestive per lo sviluppo psico e socio-motorio”. (dal libro “Balonmano: fundamentos y etapas de aprendizaje – ed. Gymnos Madrid).

Da quando ho iniziato ad allenare, l’allenamento nelle tappe di formazione nella pallamano è stato uno degli argomenti che più ha incuriosito il sottoscritto fino a divenirne argomento di studio dato che, ho sempre ritenuto errato quello che da atleta ho vissuto io, ossia fare le cose dei “grandi”.

Rifacendomi a ciò che il “Maestro” Manolo Laguna (professore della Scuola Nazionale Allenatori Spagnola) ha scritto a questo proposito dico che una squadra deve crescere seguendo due percorsi.

Da una parte deve crescere come insieme, cioè facendo in modo che i suoi componenti si uniscano, siano più efficaci al momento di lavorare insieme perseguendo obiettivi comuni. L’altro percorso è quello del miglioramento individuale dei giocatori.

Può sembrare che questi due percorsi siano indipendenti, la realtà è che si condizionano reciprocamente. È facile dedurre che, la formazione dei giocatori di pallamano non è un compito esclusivo di chi come noi lavora nelle serie minori ma è un compito comune a tutti gli allenatori, anche quelli consacrati. La formazione di un giocatore pallamano è un processo continuo che necessariamente deve passare attraverso delle fasi di apprendimento sportivo, questione insieme a quella dell’iniziazione sportiva trattata da molti autori spagnoli negli ultimi anni, quasi tutti legati al campo dell’attività fisica e lo sport oppure all’educazione fisica. L’abbondanza di testi dimostra che questo argomento riveste grande importanza per gli studiosi dell’iniziazione e la formazione sportiva.

Sul web ho trovato la definizione di iniziazione sportiva, che recita: “si conosce con il nome di iniziazione sportiva il periodo nel quale il bambino inizia ad apprendere in maniera specifica la pratica di uno o vari sport.” S’intende quindi un processo d’insegnamento – apprendimento attraverso il quale l’individuo acquisisce e sviluppa le tecniche basiche dello sport.

Alcuni autori sostengono che l’iniziazione sportiva si deve stabilire a partire da un’attività fisica globale che serve per creare una base sportiva generale. Uno dei principali assertori di questa condizione è Jean Le Boulch che nel suo libro “Lo sport nella scuola. Psicocinetica e apprendimento motorio – Armando Editore” ci scrive che “il concetto di sport è privo di significato prima dei 9 anni e che la presunta iniziazione sportiva rivolta ai bambini dai 6 ai 9 anni non rappresenta che una caricatura dell’attività adulta, tradotta a volte in un condizionamento gestuale precoce”. (pag. 20, https://books.google.it/books?id=ff_p2hvUf-0C&printsec=frontcover&source=gbs_ge_summary_r&cad=0#v=onepage&q&f=false).

Pertanto, la formazione dei giocatori di pallamano a lungo raggio deve necessariamente pianificarsi e strutturarsi seguendo una serie di tappe di apprendimento, nelle quali si apprendono e sviluppano differenti contenuti (fisici, tecnici, tattici, …) adattati  alle loro caratteristiche sia biologiche come psicologiche. È importante rispettare la durata di ognuna, per evitare in questo modo perdite tempo, ma è necessario fissare con esattezza i contenuti da lavorare che devono essere adeguati all’età dei giocatori.

Allo scopo di arricchire le nostre conoscenze e anche chiarire la tipologia del lavoro da fare per rendere migliore la nostra pallamano di seguito potrete gustarvi l’articolo della Prof. Patricia I. Sosa-González (Università di Siviglia) – contattata subito dopo aver apprezzato quanto scritto e che ringrazio per la sua immediata disponibilità – pubblicato nel libro “Avances cientificos para el aprendizaje y desarrollo del balonmano, Ed. GOERD, pagine 25-60, 2018, un progetto coordinato dai Professori Sebastian Feu Molina, Javier García-Rubio e Sergio José Ibáñez Godoy, nel quale ci offre un’idea molto chiara su come strutturare un processo di formazione per insegnare bene la pallamano.

Buona lettura.

Antonio!

 

DALL’INIZIAZIONE SPORTIVA AL POSTO SPECIFICO: IDEE CHIAVE PER INSEGNARE E ALLENARE BENE LA PALLAMANO (Parte 1)

Prof. Patricia I. Sosa-González

(Professoressa di Pallamano e Didattica c/o la Facoltà di E.F. – Università di Siviglia)

 

INTRODUZIONE

In relazione a come deve essere il processo di iniziazione sportiva esistono numerose proposte di differenti autori, la maggior parte di queste si basano nel predicare di strutturare detto processo attraverso differenti fasi o tappe per le quali deve passare l’atleta fino a conseguire un adeguato grado di formazione (Antón, 1990; Blázquez, 1995; De Oliveria & Rodrigues, 2004; Delgado-Noguera, 1994; Devìs & Peyró, 1992; De Oliveira & Rodrigues, 2004; Gìmenez, Abad & Robles, 2010; Martinez de Dios, 1996; Sánchez-Bañuelos, 1986; Santos, Viciana & Delgado-Noguera, 1996). La maggior parte di queste proposte ha in comune che il processo d’insegnamento – apprendimento di uno sport deve essere progressivo, sistematizzato e ben strutturato (Blánzquez, 1986).

Allo stesso modo, la maggior parte degli autori promulgano che in precedenza bisogna realizzare una buona Educazione Fisica di base, con giochi e compiti variabili (Pintor, 1989) che permettano l’acquisizione di modelli motori di base (Blázquez, 1995) e lo sviluppo di una buona motricità generale o un ricco bagaglio motorio (Antón, 1990), base per il successivo apprendimento di abilità motorie generiche attraverso i giochi pre-sportivi (Antón & Lòpez, 1988; García-Fojeda, 1987) e giochi modificati (Devìs, 1996). Le abilità motorie generiche sono importanti giacché aiutano in gran parte a conseguire un apprendimento globale, non specifico e polivalente proponendo per questo situazioni di gioco ridotte con opposizione, e situazioni ridotte con collaborazione/opposizione (Giménez e altri, 2010).

Successivamente e con queste come basi, si deve iniziare l’apprendimento delle abilità specifiche di uno sport concreto (Delgado-Noguera, 1994), attraverso un’iniziazione in forma globalizzata mediante degli elementi tecnici, dei principi tattici e la pratica della mini pallamano. Secondo (Hernández-Moreno e altri, 2001), questo si deve portare a termine mediante la pratica di situazioni basiche semplificate degli elementi fondamentali ed essenziali della logica interna degli sport di cooperazione/opposizione. La pallamano starebbe all’interno degli sport di cooperazione-opposizione che si sviluppano in spazi comuni e con partecipazione simultanea come nel calcio o la pallacanestro, secondo la classificazione di Hernández-Moreno, (1994).

La filosofia dell’iniziazione e formazione nella pallamano che qui si propone è basata su quanto promulgato da Oliver e Sosa (1996), chiarendo perché la formazione dell’atleta deve essere retta dal grado di sviluppo delle sue capacità fisiche, percettivo-motorie e motorie, così come dal livello di conoscenza e di apprendimento delle sue abilità motorie precedenti, senza dimenticarci del suo livello di maturità cognitiva, biologica e psicologica. In base a tutto questo, si propone la strutturazione di questo processo d’insegnamento – apprendimento in una serie di tappe che progressivamente formeranno l’atleta, dai suoi primi contatti con la pallamano, fino al suo più alto grado di specializzazione nello stesso, rispettando sempre tanto le caratteristiche dei partecipanti, come i suoi momenti o età di sviluppo, giacché a volte non coincidono età biologiche ed età cronologiche. Cioè, ad ogni età bisogna insegnare quello che si è capace di apprendere.

Mentre questa necessità di strutturazione del processo d’apprendimento o formazione sportiva in una serie di tappe o fasi è il principio per la maggior parte degli autori, i quali concretizzano “cosa” si deve lavorare ognuna di queste, è necessario riflettere e approfondire anche su altre questioni, tra queste “come” si deve portare a termine il processo d’insegnamento – apprendimento nella pallamano dall’iniziazione al posto specifico.

In questo lavoro si pretende esaminare in forma riassunta quello più importante delle differenti tappe, così come dare risposta ai principali interrogativi che ogni allenatore o tecnico sportivo deve sollevare e tenere in conto per insegnare e allenare bene la pallamano. Questi interrogativi sono Cosa?, Quando?, Dove?, Come?, Perché?, e Chi?, seguendo la celebre citazione: “Sei onorati servitori m’insegnarono quanto so. I loro nomi sono come, quando, dove, che cosa, chi e perché”, attribuita a Rudyard Kipling, scrittore britannico e Premio Nobel della Letteratura nel 1907 (Wikiquote).

Per concludere si espongono una serie di idee chiave per insegnare e allenare bene la pallamano, organizzate rispetto allenatore o tecnico sportivo, e con rispetto all’insegnamento/allenamento della pallamano propriamente detta.

 

COSA INSEGNARE / COSA ALLENARE?

Nel processo di iniziazione sportiva specifica alla pallamano uno dei principali contenuti che bisogna insegnare sono le abilità motorie proprie o specifiche di questo sport, cioè, i suoi elementi tecnico – tattici individuali tanto offensivi come difensivi, denominati da molti autori come gesti o fondamentali tecnici dello sport. Questo è così dando di fatto che il bambino o la bambina che s’inizia in questo sport abbia già appreso o acquisito le abilità motorie previe, come sono le abilità motorie basiche e generiche, e pertanto, ha già una base di formazione, non solo motoria ma anche cognitiva, relazionata con i principi generali che reggono i giochi sportivi collettivi di cooperazione-opposizione, sulla quale si stabilizzano l’iniziazione, l’apprendimento e il consolidamento delle abilità motorie specifiche della pallamano, cioè i suoi elementi tecnico – tattici individuali offensivi e difensivi. In caso contrario, bisognerà cominciare dall’apprendimento delle abilità motorie di base e/o generiche, a seconda in quale fase del processo di apprendimento e sviluppo motorio si trova la persona che s’inizia specificamente a questo sport.

Seguendo Prieto (2010), le abilità motorie basiche sono un insieme di movimenti fondamentali e azioni motorie che sorgono nell’evoluzione umana dei modelli motori, avendo il sostegno nella dote ereditaria (genetica). Le abilità motorie basiche si appoggiano per il loro sviluppo e il loro miglioramento sulle capacità percettivo motorie, evolvendo con queste. Sono decisive per lo sviluppo della motricità umana, giustificano il nostro interesse per queste e la loro presenza all’interno dell’Educazione Fisica scolare. Sono caratteristiche delle abilità motorie basiche, tra le altre: essere comuni a tutti gli individui, decisive per lo sviluppo motorio e l’essere base degli apprendimenti motori successivi.

Nella nostra opinione, le abilità motorie basiche, acquisite con l’apprendimento, come gli spostamenti, i salti, i giri, i lanci, le ricezioni, i colpi e i calci alla palla, sono comportamenti motori fondamentali che evolvono a partire dai movimenti rudimentali (rotolare, strisciare, gattonare, etc.), e dai quali l’individuo potrà apprendere abilità più complesse, come quelle generiche, e in base a queste, quelle specifiche di uno sport concreto, e  in ultimo,  quelle specializzate, che non sono altro che quelle specifiche di uno sport adattate alle peculiarità della posizione di gioco nella quale si eseguono. Questa evoluzione della motricità rimane espressa nella Figura 1.

Figura 1. Evoluzione della motricità, presa da López- Martínez e López- Menchero (2012), adattata da Gallahue e Doonley (2003).

 

Tra le abilità motorie basiche e quelle specifiche si troveranno le abilità motorie generiche, o modelli di movimento comuni a differenti modalità sportive, risultanti dalla combinazione di più di un’abilità motoria basica e con un maggiore livello di complessità. Per questo, si devono apprendere o acquisire prima dell’iniziazione sportiva in un sport concreto,  poiché rispondono pure agli stessi modelli di movimento, l’apprendimento dell’abilità motoria specifica successiva si realizzerà, per trasferimento positivo, con maggiore facilità. Come principali abilità motorie generiche possiamo citare: palleggi, smarcamenti, intercetti della palla, etc.

Esempi di abilità motorie specifiche nella pallamano saranno i palleggi, gli smarcamenti o gli intercetti della palla. Abilità motorie specializzate saranno invece i tiri dal posto specifico dell’ala, o le finte di spostamento del pivot.

Evidenziare che l’apprendimento delle abilità motorie si basa a sua volta nello sviluppo delle capacità fisiche, come la forza, la resistenza, la velocità e la flessibilità (aspetti più quantitativi del movimento), e delle capacità motorie (coordinazione ed equilibrio) e percettivo-motorie, come la percezione e l’orientamento spaziale, la percezione temporale, e la strutturazione spazio-temporale (aspetti più qualitativi del movimento). Per questo, questi saranno altri contenuti da tenere in considerazione nella formazione dell’atleta.

Centrandoci sui contenuti propri della pallamano[1], nella Figura 2 s’illustrano in modo grafico e in forma riassunta i contenuti da insegnare/allenare dall’iniziazione al posto specifico, proponendo come base i principi tattici individuali e collettivi e intenzioni tattiche, sulle quali si basa la formazione tecnico – tattica individuale, la quale si deve lavorare da spazi ampi a spazi più ridotti, fino ad arrivare al posto specifico, incidendo in una grande varietà e ricchezza di ogni elemento tecnico – tattico individuale, e in forma parallela quelli offensivi e quelli difensivi, sebbene dando priorità ai primi sui secondi, dato che è più facile difendere, “distruggere”, che attaccare, “costruire” basandoci sulle Regole del Gioco (Real Federacion Española de Balonmano, 2016), che, a differenza di altri sport di squadra di collaborazione – opposizione, “permettono” molto più contatto in difesa.

[1] Per conoscere con più profondità la strutturazione dei contenuti propri della pallamano da lavorare dall’iniziazione ai posti specifici, si raccomanda il lettore il capitolo del libro di Oliver e Sosa (1996).

Figura 2. Principali contenuti da insegnare/allenare nella Pallamano, dall’iniziazione al posto specifico.

A partire da una buona formazione tecnico – tattica individuale, costruita attraverso l’insegnamento – apprendimento, in forma integrata, dei principi e delle intenzioni tattiche e degli elementi tecnico-tattici individuali, si comincerà a lavorare la formazione tattica di gruppo e collettiva[2] attraverso dei mezzi tattici collettivi.

Cioè, si cercherà di coordinare le azioni tecnico-tattiche individuali, prima dal punto di vista offensivo (per i motivi già commentati precedentemente) da almeno due compagni, in spazi ampi, dopo in spazi più ridotti, per infine lavorare le relazioni tra posti specifici, e della superiorità numerica in attacco (2×1, 3×2, …), fino alla parità numerica, cominciando dal 2×2, come unità basica di lavoro dei mezzi tattici collettivi offensivi basici (dai e vai, incrocio, blocco, …) e avanzando in parità numerica con il 3×3, fino al gioco collettivo 6×6, incluso anche con le nuove Regole del Gioco entrate in vigore a Luglio del 2016, 7×6 (7 attaccanti, in questo caso non contare il portiere in campo contro 6 difensori). Oltre a lavorare il gioco collettivo posizionale, tanto offensivo come difensivo, non si deve dimenticare di lavorare le fasi di contropiede e ripiego difensivo, le fasi di transizione, in una forma elementare nella 1a ondata, come appoggiato o strutturato in 2a e 3a ondata.

[2] Per l’iniziazione alla tattica di gruppo offensiva si raccomanda il lettore al capitolo 3 della Guia de trabajo para la formación en Balonmano di Oliver e Sosa (2009).

QUANDO INSEGNARE/ QUANDO ALLENARE?

In base a tutto quello illustrato precedentemente sulla filosofia dell’iniziazione e formazione nella pallamano nei paragrafi “Introduzione” e “Cosa insegnare/cosa allenare?” di questo capitolo, e seguendo quello promulgato da Oliver e Sosa (1996), si propone la strutturazione di questo processo d’insegnamento-apprendimento della pallamano in una serie di tappe che progressivamente formeranno l’atleta, dai suoi primi contatti fino al suo più alto grado di specializzazione nella stessa, tenendo in conto due parametri fondamentali: il momento evolutivo fisico e motorio dei partecipanti e il livello di apprendimento specifico della pallamano che hanno. Nella Figura 3 si rappresentano in un modo grafico le tappe che si propongono.

Tappe di formazione (Oliver e Sosa, 1996)

QUANDO?

Figura 3. Strutturazione in tappe del processo d’insegnamento-apprendimento della pallamano.

La strutturazione che si propone, prendendo e completando la proposta di Oliver e Sosa (1996) è la seguente:

  • Tappa I: Iniziazione Specifica. Il partecipante si inizia alla pratica sportiva della pallamano (9-10 e 11-12 anni, Under 12).
  • Tappa II: Apprendimento specifico. Il partecipante va consolidando il suo apprendimento della pallamano (13-14 anni, Under 14).
  • Tappa III: Apprendimento specializzato. Il partecipante va affinando il suo apprendimento verso la specializzazione nei posti specifici (15-16 anni, Under 16).
  • Tappa IV: Perfezionamento. Il partecipante perfezionerà la sua specializzazione nei posti specifici (17 anni in avanti, Under 18).
  • Tappa V: Alto rendimento. Il partecipante raggiunge livelli di eccellenza e maestria del gioco.

È importante chiarire che l’età o categorie sportive sono semplici riferimenti, e che pertanto non sono compartimenti stagni, ma che devono intendersi e applicarsi con flessibilità, dato che può variare in funzione delle caratteristiche dei partecipanti, l’età d’inizio alla pallamano, le esperienze motorie precedenti, etc.

Questa divisione in Tappe faciliterà:

  1. Ubicare gli atleti in ognuna di queste.
  2. La pianificazione del lavoro, stabilendo gli obiettivi, i contenuti e le attività basiche, proprie di questa tappa.
  3. Il processo di valutazione e promozione da una tappa all’altra.

Di seguito, si presentano, in forma riassunta, la 1delle tre tappe.

Tappa I: Iniziazione Specifica

Caratteristiche:

  • Primo contatto organizzato con la pallamano.
  • Iniziazione a questo sport in forma globalizzata e in spazi ampi.
  • Utilizzazione del gioco come mezzo educativo nel processo di insegnamento-apprendimento (più avanti I/A), adattandolo alle caratteristiche dei soggetti.
  • Esperienze motorie ricche e variate che ampliano il bagaglio motorio.
  • Insegnamento parallelo degli elementi tecnico-tattici individuali (più avanti ETTI) offensivi e difensivi e dei principi tattici individuali (più avanti PTI).
  • Fomento del pensiero tattico e creativo, non risposte stereotipate.

 

Obiettivi della Tappa:

  • Trasferire la motricità generale a specifica della pallamano.
  • Acquisire modelli motori basici di questo sport (ETTI o abilità motorie specifiche) in spazi ampi dotandoli di contenuto tattico individuale.
  • Assimilare PTI basici offensivi e difensivi in spazi ampi, parallelamente all’apprendimento degli ETTI.
  • Concatenare ETTI.
  • Iniziare la costruzione del pensiero tattico e creativo.
  • Apprendere le regole basiche del gioco della pallamano.
  • Fomentare interesse e motivazione verso la pratica della pallamano.
  • Soddisfare necessità ludiche.

 

Obiettivi didattici:

Sottolineare l’importanza di lavorare in spazi ampi e in forma parallela l’apprendimento dei PTI e le intenzioni tattiche, e gli ETTI.

  • Sviluppare le capacità percettivo-motorie.
  • Interiorizzare le posizioni di base, offensiva e difensiva.
  • Familiarizzare con l’adattamento e la gestione della palla.
  • Adattare gli spostamenti offensivi e difensivi, senza la palla.
  • Acquisire modelli di spostamenti offensivi con la palla.
  • Gestire il palleggio, statico e in spostamento.
  • Passare e ricevere statico e in spostamento.
  • Tirare da fermi e in corsa, in appoggio e in salto.
  • Recuperare la palla mediante intercetti.
  • Impedire la ricezione e la progressione dell’attaccante: marcamento e controllo.
  • Iniziare gli ETTI basici del portiere.
  • Concatenare gli ETTI, offensivi e difensivi, individualmente e collettivamente, applicando i PTI nel gioco reale.

 

Contenuti:

Principi tattici individuali

Legati nel loro apprendimento con l’apprendimento degli ETTI, dotandoli tutti di finalità tattica.

  • Si relazionano e si lavorano gli ETTI, adattandoli ai parametri di spazio e tempo.
  • Costruzione della formazione tattica elementare, dove si pone la scelta dell’ETTI e il momento dell’esecuzione dello stesso, motivando con “intelligenza tattica” la loro azione.
  • Sviluppo dei 3 meccanismi (percezione, decisione ed esecuzione) attraverso i contenuti della Pallamano, soprattutto percezione e decisione.

 

Elementi tecnico-tattici individuali.

S’insegnano quelli basici e in modo globale.

  • Non importa la perfezione nell’esecuzione.
  • La varietà all’interno di ognuno degli ETTI (offensivi e difensivi e del portiere) verrà determinata dalla metodologia attiva propria.
  • Gli ETTI devono essere concatenati progressivamente.

Attraverso dei giochi globali, e condizionando le loro regole, si apprenderanno i principi e le intenzioni tattiche individuali e collettive. Per esempio, dal punto di vista offensivo, si lavorerà l’apprendimento degli ETTI e il concatenamento individuale prima, e collettivo dopo, di 2 – 3 ETTI:

  • Posizione di base + Adattamento e gestione della palla + Palleggio.
  • Adattamento e gestione della palla + Palleggio.
  • Spostamento + Palleggio.
  • Spostamento + Palleggio + Tiro.
  • Adattamento e gestione della palla + Passaggio.
  • Palleggio + Passaggio.
  • Ricezione + Palleggio + Passaggio.
  • Ricezione + Spostamento + Tiro.
  • Spostamento + Passaggio.
  • Adattamento e gestione della palla di A + Smarcamento di B + Passaggio di A + Ricezione di B.
  • Smarcamento di A + Passaggio di B + Ricezione + Spostamento di A.

Allo stesso modo si procederà con il lavoro e l’apprendimento di ETTI difensivi per evitare la progressione degli attaccanti, primo concatenamento individuale, dopo concatenamento collettivo, di 2 – 3 ETTI:

  • Posizione di base + Spostamento.
  • Posizione di base + Intercetto della palla.
  • Posizione di base + Marcamento.
  • Posizione di base + Controllo dell’avversario.
  • Posizione di base + Spostamento + Marcamento.
  • Posizione di base + Spostamento + Aiuto.

In quanto all’apprendimento degli Elementi tecnico-tattici individuali del portiere, si farà anche attraverso dei giochi e tutti i partecipanti sperimenteranno il loro apprendimento nella Tappa I.

  • Posizione di base.
  • Posizione di base + Spostamento.
  • Manipolazione e colpi alla palla.
  • Interventi variati (parate e rilanci).

 

Dall’iniziazione sportiva al posto specifico: idee chiave per insegnare e allenare bene la pallamano (Parte 1)