Antonio per Handball Square

ANTONIO COSTA

 

Un bel giorno ricevi una telefonata da un amico!

Ti aspetti di parlare di un determinato argomento, invece, la proposta “indecente” è assolutamente inaspettata!

Scrivere di Pallamano! Qualsiasi cosa purché interessante.

Accetto con enorme entusiasmo!

Appena riattaccato sorgono i primi dubbi, le domande! Cosa scrivo? Di cosa parlo? Quando mi s’accende la luce… forse è meglio condividere qualcosa di ASSOLUTAMENTE interessante per tutto il nostro movimento.

Così contatto immediatamente un amico, chiedendogli se posso permettermi di condividere, dopo debita traduzione alcuni sui articoli, che io chiamo perle.

Attendo trepidante la risposta, che arriva puntuale, precisa, gentile come il personaggio che scrive gli articoli, DON Manuel Laguna!

Antonio, puede utilizare cualquier trabajo mío si ningún problema. Ahora estoy cn mucho trabajo y cuando llegue a España tengo un montón de cursos pendientes. De momento no me puedo cmprometer a escribir algo para vosotros. Lo dejo come una deuda che pagaré un poco mas adelante (¿te parece bien después del verano?) – en Septiembre más o menos Un abrazo

Nella mia richiesta di condivisione degli articoli c’era pure una richiesta personale di scrivere qualcosa per noi! La sua promessa è più o meno per settembre.

Così questo “puñado de locos” avremo la possibilità di godere delle parole semplici ma appassionate e appassionanti di uno dei più grandi allenatori di pallamano, lo definisco un “colonizzatore”, uno che ha ama la pallamano in modo viscerale, ma che è riuscito a farla amare nel mondo formando centinaia di allenatori oltre che in Spagna, anche in Portogallo, in Argentina, in Cile, in Venezuela, in vari posti d’Europa e adesso in Uruguay!

La parola P-A-L-L-A-M-A-N-O è costituita da alcune lettere che sintetizzano le caratteristiche di chi la pratica e soprattutto di chi l’allena!

Per intenderci…

P di passione, basti pensare agli enormi sacrifici che fanno dirigenti, allenatori e atleti per pura passione e di lavorare efficacemente verso lo stesso obiettivo.

A come anticipo, ci ricorda la percezione delle intenzioni, ossia muoversi prima dell’avversario.

L come libertà di gioco, ossia stimolare la creatività, l’espressione individuale seppur in un gioco collettivo, la presa d’iniziativa che non può e non deve essere limitata, e lo capiremo anche attraverso uno degli articoli.

L come lottare, come avviene in uno sport d’opposizione, di combattimento, dove c’è duello, dove occorre non mollare mai!

A come armonia. Immaginiamo la squadra come un’orchestra. Una squadra deve muoversi in campo in maniera armoniosa, con giocate eseguite in successione e con simultaneità proprio come l’attività musicale di un orchestra, ma che deve sapere anche improvvisare, proprio come un’orchestrina jazz. E dove l’allenatore è il direttore!

M come Marcare, ossia ostacolare l’attività dell’avversario col solo fine di conquistare il possesso della palla, che non significa necessariamente distruggere il gioco, ma lavorare insieme – orchestra…- per recuperare il possesso della palla.

A come Attacco, ossia creare incertezza nel dispositivo avversario, giocare 1c1, adattarsi rapidamente alle situazioni, perché non vince chi sa di più, ma chi prima si adatta agli eventi! Ma bisogna avere anche un potenziale offensivo elevato!

N come Navigare, quello che mi ha insegnato Manolo. Un volta mi scrisse: noi siamo come i marinari, dobbiamo orientarci con le stelle. Gli allenatori di sport aperti dobbiamo essere coscienti che non c’è un cammino marcato e preciso che sia il migliore.

O come organizzazione! Una squadra non può prescindere da una disposizione organizzata dei propri atleti in qualsiasi fase del gioco.

… e adesso godiamoci il primo articolo!