Analisi strutturale e concettuale della tecnica nella pallamano: caratteristiche differenziali tra il principiante e il giocatore di alto livello (Parte 2)

ANALISI STRUTTURALE E CONCETTUALE DELLA TECNICA NELLA PALLAMANO: CARATTERISTICHE DIFFERENZIALI TRA IL PRINCIPIANTE E IL GIOCATORE DI ALTO LIVELLO (Parte 2)

Juan Antón Lorenzo García (SPA)

 

Il ciclo tecnico del giocatore con la palla, come dimostrazione caratteristica della complessità dei concatenamenti tecnici della pallamano

Abbiamo già evidenziato che le forme di manifestazione della tecnica nella pallamano acquisiscono molteplici strutture e forme di relazione. Con il desiderio di rendere più comprensibile il concetto di concatenamenti prima alluso andiamo ad approfondire una sfumatura della tecnica che è chiamata abitualmente come il ciclo tecnico del giocatore con la palla. Questo ciclo tecnico è composto da distinti elementi che il giocatore possessore della palla può collegare tra loro dopo il momento che riceve e adotta questo ruolo di possessore fino a che si libera della palla. Questi elementi tecnici sono i seguenti:

  • Ricezione della palla.
  • Adattamento o forma di prende la palla.
  • Gestione o controllo della palla.
  • Spostamenti specifici con la palla, adattati al ciclo di 3 passi regolarmente permesso.
  • Palleggio.
  • Finta.
  • Passaggio.
  • Tiro in porta.

Figura 4. Struttura del ciclo tecnico del giocatore con la palla e le sue relazioni.

 

Ma l’enumerazione di questi elementi non è altro che la prima parte del problema. Il dominio tecnico radica in primo luogo nel sapere come si possono collegare tra loro e quale importanza ha ognuno di questi nella condotta del giocatore, il che darà come conseguenza una maggiore o minore frequenza dei tipi di concatenamenti o forme di collegamento più esigibili nel processo d’insegnamento, e, a sua volta una dimensione differente all’importanza che ha ogni elemento. In secondo luogo, nel conoscere quali alternative non sono possibili per ragioni regolamentari, e quali sono più o meno convenienti in ogni caso e situazione di gioco – ragioni tattico-strategiche. In un terzo livello, è imprescindibile sapere in quali variabili è necessario sviluppare ognuno di questi procedimenti tecnici e come queste variabili devono combinarsi tra loro, il che ci darà alla fine un’alta variabilità della tecnica e una grande qualità nella condotta del giocatore durante il gioco.

Le possibilità di collegamento e sviluppo degli elementi tecnici sono riflessi nella figura 4. In questa possiamo osservare come si possono produrre relazioni degli elementi in entrambi i sensi: da un elemento verso gli altri, e da qualsiasi degli altri verso questo elemento selezionato. Come risultato di queste combinazioni si possono avere i seguenti esempi:

  • Ricezione + passaggio.
  • Ricezione + adattamento + palleggio + passaggio.
  • Ricezione + adattamento + gestione + finta + passaggio.
  • Ricezione + spostamento specifico + tiro.
  • Ricezione + finta di passaggio + passaggio.

Nello schema della figura 4 si può osservare che gli elementi tecnici che iniziano il ciclo normalmente la ricezione che solitamente è collegata con l’adattamento e la gestione – elementi iniziali – sebbene quest’ultimo è ugualmente un elemento di collegamento. Da qui che nello schema appaiono con un cero raggruppamento, che non si deve intendere come imprescindibile mentre è perfettamente possibile collegare direttamente la ricezione con il tiro o il passaggio, elementi che sono situati alla fine del ciclo, e che sempre si verificano in forma escludente: se sì ha l’uno è impossibile l’altro. Per esempio, un tiro improvviso è realizzato senza adattamento ne gestione della pala, ma c’è un momento di contatto iniziale con la palla che implica una regolazione della traiettoria dell’oggetto all’azione del soggetto – questo rappresenterebbe un minimo livello di ricezione. Questi tre elementi sono essenziali e, pertanto, i principali all’inizio dell’apprendimento.

Lo spostamento specifico con la palla (ciclo dei passi), e la finta insieme al palleggio sono gli elementi tecnici il cui obiettivo è precisamente il collegamento – elementi di collegamento o intermedi – con la limitazione che il palleggio deve intendersi come un elemento di risorsa abituale, al quale si deve ricorrere solo in determinate occasioni, eccetto situazioni ottime che implicano uno spostamento lungo – contropiedi individuali. Gli elementi intermedi non sono di per se stessi efficaci, ma elementi di risorsa che permettono una maggiore ricchezza al giocatore e maggiori possibilità di trovare soluzioni finali efficaci. In ultimo, il passaggio e il tiro sono elementi terminali, dato che in una o in un’altra forma concludono qualsiasi ciclo tecnico intenzionale del giocatore. Come tali, determinano l’efficacia del giocatore e del gioco della squadra per quello che devono essere trattati con molta diligenza. Le possibilità di collegamento sono numerose, e senza pretendere di esporre la moltitudine di varianti di concatenamenti, prenderemo come esempio uno di questi, che agirà come elemento base o asse della nostra analisi: la finta. Per questo diremo quali forme previe di collegamento si possono avere all’uso della finta, e quali possono collegarsi dopo la finta, parlando sempre esclusivamente di elementi tecnici basici, senza addentrarci nei procedimenti tecnici derivati di ogni elemento (figura 5).

Figura 5. Possibilità di concatenamenti a partire dall’elemento finta come punto di partenza.

 

Variabili e sub fattori dei distinti elementi tecnici

Ogni elemento tecnico di quelli precedentemente menzionati, che si integrano e relazionano tra loro per molti differenti cammini nel ciclo tecnico del giocatore con la palla, obbliga a un trattamento nell’apprendimento d’integrazione progressiva di distinte variabili e sub fattori del movimento. Solo un’integrazione ampia dei diversi sub fattori di ogni variabile nel patrimonio tecnico di un giocatore permetterà una grande ricchezza della tecnica, e da questa, a sua volta, il giocatore potrà selezionare adeguatamente la soluzione opportuna in ogni momento e circostanza del gioco. Questo non deve intendersi nel senso che è assolutamente imprescindibile il dominio di tutto il bagaglio di possibilità che qui esporremo, poiché come abbiamo già sottolineato reiteratamente, la capacità di scegliere adeguatamente è quella determinante dell’efficacia. Ma non c’è dubbio che una maggiore ampiezza di combinazioni di movimenti, rappresenta, in definitiva, disporre di più strumenti per affrontare e realizzare correttamente compiti.

Alcune di queste variabili sono comuni a distinti elementi tecnici, e devono lavorarsi alla stessa maniera in tutti. Tra queste s’includono la direzione del movimento, la traiettoria, il dinamismo del giocatore, l’orientamento, o la posizione corporale. Altre sono specifiche di ogni elemento, derivate dalle speciali condizioni motorie di sviluppo, tra le quali possiamo citare le alternative d’azione del polso, l’asse di rotazione, il numero dei passi o il numero di segmenti corporali coinvolti, etc. in termini generali, s’integrano movimento locomotori (camminare, correre, saltare, scorrere), e non locomotori (flettere, elevare, girare, estendere, etc.), nello sviluppo del dominio corpo – spazio, e movimenti derivati da modelli come raccogliere, lanciare, trasportare, condurre, traslare, manipolare, etc., nello sviluppo del dominio corpo – palla. Le variabili e sub fattori alternativi che si possono avere in ogni elemento tecnico sono i seguenti.

 

A)  RICEZIONE

La ricezione è il primo elemento del ciclo, la cui caratteristica è che durante la prima metà del movimento tecnico si realizza ancora senza il possesso della palla, mentre nel ciclo con la palla propriamente detto comincia a partire dalla seconda parte del movimento, quando si produce la presa di contatto. Per questa ragione, nello schema della figura 2, la ricezione appare incorniciata con una linea discontinua. Per ricezione intendiamo il movimento tecnico con il quale il giocatore cerca di unire i movimenti delle sue braccia e delle mani al movimento della palla che viene verso di lui. In questo elemento tecnico si possono avere le seguenti variabili specifiche del movimento:

  • Direzione di provenienza del passaggio: frontale, laterale (sinistra, destra), diagonale, da dietro rispetto al giocatore.
  • Traiettoria del passaggio precedente: rettilinea, curvilinea, indiretta, rimbalzo.
  • Senso del passaggio precedente: lo stesso del giocatore, contrario al giocatore, perpendicolare al giocatore.
  • Altezza del passaggio precedente: alta, intermedia, bassa, a parabola.
  • Dinamismo della palla: ferma, in aria.
  • Intensità o forza della palla: forte, media, bassa.
  • Momento della ricezione nel ciclo dei passi: punto 0, 1, 2, 3.
  • Controllo della palla: semi controllo (deviazioni, colpi), e con controllo (ammortizzazione).
  • Numero di segmenti corporali coinvolti: una mano, due mani.

 

B)  ADATTAMENTO

Il secondo elemento tecnico è l’adattamento o maniera di prendere la palla, che avviene una volta che la ricezione si è consumata con l’ammortizzazione e l’unione assoluta mani – palla. Una ricezione con semi controllo non porterebbe adattamento ne possibilità di controllo, poiché si collega direttamente con il passaggio, con il tiro o il palleggio. Tuttavia, si può avere una ricezione nella quale si verifica l’adattamento in forma simultanea, quando si è realizzato con una sola mano. Le variabili specifiche con i loro sub fattori saranno:

  • Segmenti corporali coinvolti: una mano o due.
  • Mano utilizzata: destra, sinistra.
  • Posizione della mano: pronazione, supinazione.

 

C)  CONTROLLO

Il controllo è il terzo elemento tecnico che non sempre è utilizzato dal giocatore. Può passare o tirare direttamente dalla ricezione o dall’adattamento in forma continuata. Implica tutti i movimenti che il giocatore realizza con una o con l’altra mano prima di iniziare un altro elemento tecnico e l’obiettivo fondamentale è realizzare una protezione adeguata della palla durante il suo ciclo tecnico. Inoltre, un buon controllo permetterà molte opzioni in altri elementi come la finta, il passaggio o il tiro. Le variabili e i sub fattori specifici saranno:

  • Velocità del braccio esecutore: lenta, rapida, esplosiva.
  • Segmento corporale utilizzato: mano dominante o non dominante, entrambe con o senza cambio di mano.
  • Forma di adattamento: una mano o due mani, combinata.
  • Altezza del controllo: bassa, intermedia, alta.
  • Azioni del braccio: estensione – flessione, pronazione – supinazione, oscillazione totale o parziale, circonduzione, combinate.
  • Azioni del polso: flessione – estensione, inclinazione cubitale – radiale, circonduzione verso sinistra o destra, combinate.
  • Numero di azioni combinate: 1, 2 o più.
  • Piani di realizzazione del movimento: antero – posteriore, traversale, frontale, combinati.
  • Luogo della palla rispetto all’asse corporale: davanti, dietro, laterale, in alto, in basso, combinato.
  • Forma o traiettoria del percorso articolare: con traiettoria uniforme o modificata.

I tre elementi tecnici citati fino al momento, insieme al ciclo dei passi, la finta, o il palleggio hanno ugualmente un’altra serie di variabili comuni, con i loro propri sub fattori, tra questi abbiamo:

  • Posizione corporale del ricevitore: eretta, monopodalica, flessa, in ginocchio, seduto, disteso, in sospensione.
  • Orientamento del ricevitore: fronte alla porta, laterale di spalle.
  • Numero dei segmenti corporali coinvolti: 1 mano (sinistra o destra), entrambe.
  • Dinamismo del giocatore: statico, dinamico.
  • Velocità dello spostamento del giocatore: fermo, lento rapido.
  • Direzione del giocatore: frontale, laterale, verso dietro, combinate.

 

D)  SPOSTAMENTO CON PASSI SPECIFICI (CICLO DEI PASSI)

Lo spostamento con passi specifici costituisce l’elemento derivato dalle forme di manifestazione del ciclo dei passi che permette il regolamento. Le regole proibiscono di fare più di tre passi con la palla senza usare il palleggio, ma gli adattamenti rispetto all’avversario o alle linee del terreno (specialmente alla linea dell’area di porta) obbligano a impiegare diverse possibilità in questo elemento, che derivano dalla combinazione delle seguenti variabili e sub fattori:

  • Numero dei passi: 1, 2 o 3.
  • Traiettoria dei passi: rettilinea uniforme – avanzando un piede dopo l’altro, incrociata – incrociando i piedi dietro in qualche momento del ciclo, in scivolamento – lateralmente senza incrociare i piedi, curvilinea – in progressione frontale ma modificando leggermente l’orientamento durante il processo.
  • Tipo di spostamento: fondamentale (concludere con il piede opposto al braccio esecutore), speciale (piede cambiato).
  • Ritmo dei passi: accelerato, decelerato, uniforme.
  • Forma d’esecuzione: scivolamento, camminare, corsa.
  • Ampiezza dei passi: grande, piccola.
  • Sequenza dell’ampiezza dei passi: omogenea, eterogenea.
  • Momento dell’armato: al punto 1, 2, 3 del ciclo o senza armato finale.
  • Forma di trasporto della palla: 1 mano, 2 mani, o cambiando di mano.

 

E)  PALLEGGIO

Il palleggio è un elemento tecnico che deve intendersi nel ciclo tecnico come una risorsa, il cui valore è pertanto inferiore agli altri elementi tecnici. Praticamente tutti gli elementi tecnici sono imprescindibili per permettere al giocatore d’agire ogni volta che si converte in possessore della palla. Tuttavia, si può giocare in molte occasioni senza palleggiare e si deve evitare il palleggio eccetto in situazioni precise. Il palleggio è l’elemento tecnico che permette di non infrangere la regola dei passi, e ci concede la possibilità di un secondo ciclo di passi, il che suppone aumentare considerevolmente i concatenamenti tecnici. Ma il gioco collettivo, inseparabilmente legato all’attuazione difensiva, non consiglia che i giocatori realizzino con frequenza concatenamenti troppo complessi che collegano vari elementi. Per la migliore fluidità ed efficacia del gioco è necessario non utilizzarlo se non in momenti sporadici. Il suo uso ristretto e il carattere di risorsa che gli abbiamo assegnato è la ragione per la quale nello schema del ciclo tecnico è rappresentato in colore bianco e ai margini della figura. Le variabili specifiche sarebbero queste:

  • Numero di palleggi: unitario, continuato.
  • Altezza del palleggio: basso, intermedio, alto.
  • Traiettoria della palla in palleggio: verticale, obliqua, parabolica.
  • Mano esecutrice: sinistra, destra.
  • Direzione dello spostamento: in avanti, indietro, verso i lati.
  • Numero di cambi di direzione: lato del braccio esecutore o lato opposto.
  • Forma di spostamento: camminare, corsa, scivolamento.
  • Velocità dello spostamento: lenta, rapida, esplosiva.
  • Ritmo dello spostamento: uniforme, accelerato, combinato.

 

F)  FINTE

L’opposizione permanente obbliga alla realizzazione di azioni per cercare di superarla, e queste azioni si convertono in un elemento tecnico basico per agire con efficacia. Le finte non sono altro che condotte falsate che cercano di provocare indizi falsi di comportamento per ingannare l’avversario, e così poterlo superare o fare in modo che arrivi tardi a realizzare i suoi propositi. Le finte si classificano per il loro obiettivo: far credere al difensore che il possessore si sposta verso un luogo e va in un altro, che passa a qualcuno al quale alla fine non passa, che avanzerà in palleggio per cambiare condotta, o che andrà al tiro in porta in una forma concreta senza alla fine confermarlo. In questo modo, le classifichiamo in globali quando l’azione è di tutto il corpo – finte di spostamento[10], o segmentarie – di passaggio di palleggio o di tiro, sebbene, ugualmente si possono combinare condotte globali e segmentarie simultaneamente o successivamente. Queste sono le variabili e i sub fattori:

F.1. Globali: di spostamento

  • Lato dominante d’inizio: punto forte o punto debole.
  • Lato dominante di finalizzazione: punto forte o punto debole.
  • Traiettoria d’uscita: normale o falsa.
  • Modalità della fermata: 2 piedi, 1 piede (destro o sinistro).
  • Momento della fermata: al punto 0,1, 2 o 3 del ciclo dei passi.
  • Forma di protezione della palla: in alto (con o senza salto), da dietro (con cambio di mano), davanti (altezza addome, con una o due mani), o tra le gambe (con cambio di mano).
  • Numero di cambi di direzione: (1, 2 o 3).
  • Orientamento dell’uscita: frontale, di spalle, laterale, combinata (con giro).
  • Azione nell’uscita: palleggio, passaggio, tiro.

F.2. Segmentarie: di passaggio

  1. Con cambio di orientamento della testa: verso i lati (sinistra o destra), verso dietro, in alto o in basso.
  2. Per l’azione del braccio esecutore:
  • Braccio coinvolto: dominante o non dominate o entrambi.
  • Direzione del movimento: sinistra, destra, dietro, davanti alto, verso il basso.
  • Posizione dell’armato iniziale: classico, senza armato (entrambe le mani altezza addome), in alto.
  • Percorso articolare del braccio: uniforme o modificato.
  • Numero di movimenti: 1, 2, 3.
  • Forma del passaggio falsato: pronazione, classico, lasciato, battuto, spinto, al volo.

      3. Combinando l’azione del braccio e il cambio di orientamento della testa.

F.2. Segmentarie: di palleggio.

  • Mano utilizzata: destra, sinistra, con cambio di mano
  • Direzione del palleggio: verso destra, o sinistra.

F.2. Segmentarie: di tiro.

  • Orientamento del giocatore: frontale, laterale, di spalle alla porta.
  • Braccio utilizzato: quello dominante o quello non dominante.
  • Tipo di tiro falsato: classico, laterale, piede cambiato, rettificato al punto debole.
  • Forma di azione nell’uscita: passaggio, tiro, palleggio.

F.3. Combinate: globale + segmentaria.

 

G)  PASSAGGI:

Il passaggio è un altro degli elementi tecnici fondamentali, poiché permette la comunicazione tra i giocatori propria degli sport di collaborazione – opposizione. La frequenza d’utilizzo unito alla problematica dell’opposizione permanente sono aspetti chiave per raggiungere una grande variabilità e qualità in questo elemento tecnico. Insieme con il tiro ha una serie di variabili comuni, dato che le strutture solitamente sono coincidenti in entrambi gli elementi. Le specifiche del passaggio saranno le seguenti:

  • Direzione del passaggio: perpendicolare, obliqua, in differenti piani.
  • Altezza dell’armato iniziale: classico, laterale, senza armato.
  • Tensione del passaggio: molto teso, poco teso o leggermente a parabola.
  • Luogo del passaggio rispetto al piano frontale corporale: davanti al corpo, dietro, laterale.

Figura 6. Schema delle variabili in ogni elemento tecnico.

 

H)  TIRI:

Il tiro in porta è la culminazione desiderabile del ciclo del giocatore con la palla, sebbene non sempre è possibile nelle condizioni adeguate. Tuttavia la struttura del movimento è molto similare, anche identica al passaggio, la situazione specifica del gioco – opposizione, distanza, etc. – a volte non permette di tirare e tuttavia si rende possibile passare a un compagno. Le variabili specifiche sono:

  • Angolo di tiro: massimo, ridotto, minimo.
  • Localizzazione in porta: angoli bassi, intermedi, alti, zona destra, centrale e sinistra della porta.
  • Potenza applicata: massima, modificata, minia.

Le variabili e i sub fattori comuni passaggio – tiro saranno i seguenti:

  • Orientamento iniziale del giocatore: frontale, laterale di spalle.
  • Segmento corporale implicato: senza adattamento, con mano dominante, non dominante, con entrambe le mani.
  • Numero di appoggi al suolo: 1, 2 più o nessuno.
  • Altezza del passaggio: alta, intermedia, bassa.
  • Velocità del passaggio: lenta, rapida, accelerata, esplosiva.
  • Relazione con armato iniziale: mantenuto, modificato.
  • Distanza del passaggio: corta, intermedia, lontana.
  • Adattamento della palla: senza o con adattamento.
  • Percorso articolare: Mantenendo piani o modificando piani.
  • Traiettoria della palla: diretta, indiretta, parabolica, con effetto (interno o esterno).
  • Posizione corporale iniziale: bipodalico, monopodalico, flesso, inclinato, disteso, in equilibrio e disequilibrio.
  • Piani d’intervento: antero-posteriore, frontale, trasversale.
  • Interruzione del percorso articolare (catena cinetica): nell’articolazione del gomito, o del polso.
  • Posizione corporale finale: con caduta, senza caduta, con inclinazione laterale verso un lato o verso l’altro, con equilibrio corporale.
  • Direzione della spinta: verso l’alto, in avanti, in avanti e in basso, laterale.
  • Senso del passaggio: verso il punto forte o verso il punto debole.

 

[10]Questo tipo di finte sono state chiamate da diversi autori finte di corpo, a nostro giudizio erroneamente, dato che questo non è l’obiettivo, ma che il corpo è lo strumento che s’impiega. In ogni caso, possiamo ammettere l’espressione finte con il corpo, ma in nessun caso di corpo. Paradossalmente, per le finte segmentarie se s’impiega l’obiettivo per denominarle – di passaggio, di tiro, etc.

 

Analisi strutturale e concettuale della tecnica nella pallamano: caratteristiche differenziali tra il principiante e il giocatore di alto livello (Parte 1)