Analisi strutturale e concettuale della tecnica nella pallamano: caratteristiche differenziali tra il principiante e il giocatore di alto livello (Parte 3)

ANALISI STRUTTURALE E CONCETTUALE DELLA TECNICA NELLA PALLAMANO: CARATTERISTICHE DIFFERENZIALI TRA IL PRINCIPIANTE E IL GIOCATORE DI ALTO LIVELLO (Parte 3)

Juan Antón Lorenzo García (SPA)

 

L’evoluzione della tecnica nella modalità polistrutturale della Pallamano: analisi comparativo tra principianti e giocatori affermati

Come abbiamo visto, l’evoluzione naturale del processo d’insegnamento comporta che i gesti tecnici effettuati da un determinato giocatore nell’inizio della sua carriera sportiva non possono naturalmente coincidere con i modelli tecnici utili nelle fasi successive. Oltre alla grande complessità che comporta, questo è così perché la tecnica è determinata dal grado di sviluppo delle qualità fisiche e psicologiche del praticante, ma anche dalla qualità e dall’esigenza dell’opposizione che crea l’avversario. Si a livelli bassi non è necessario dominare una varietà determinata di tiri, tra le altre ragioni si deve a che l’avversario non ha sviluppato le qualità fisiche e ne le condizioni tecniche necessarie per contrastare l’azione tecnica attaccante che si sta trattando. Da qui sottolineiamo nuovamente che l’evoluzione della tecnica di un giocatore non ha mai un raggio di finalizzazione e deve essere soggetta a nuove possibilità di arricchimento.

Con l’intenzione di scoprire in quale misura esistono differenze di manifestazione della tecnica tra un giocatore principiante e un giocatore affermato abbiamo realizzato una ricerca osservazionale pilota  nella quale cercheremo di constatare molti degli aspetti differenziatori, come base di argomentazione che ci aiuta a comprendere la difficoltà del processo d’insegnamento e la lunga durata di questo processo.

L’influenza dello studio nel gioco mostra notevoli differenze tra l’uso degli elementi tecnici e i loro concatenamenti tra il giocatore principiante e l’atleta d’élite. Queste differenze si relazionano tanto con l’uso quantitativo come con quello qualitativo, poiché ogni elemento utilizzato si deve fare in stretto vincolo con il contesto situazionale di gioco in ogni momento, così come nella variabilità, velocità, fluidità, incluso nella plasticità. I risultati di quest’analisi li vediamo riflessi nella tavola 1 nella quale s’indicano in forma comparata le distinte forme di manifestazione di molti aspetti della tecnica che in questo lavoro abbiamo descritto. A partire da qui, dovremmo riflettere su quali sono le necessità di quei soggetti nelle prime tappe evolutive, essendo i principali responsabili del processo evolutivo, perché acquisiscano le abilità necessarie per raggiungere un alto livello e apportare un passo in più verso lo sviluppo della conoscenza e il progresso della pallamano[11].

Tavola 1.1. Comparazione dei livelli di manifestazione della tecnica nei giocatori principianti e nei giocatori professionisti.

 

Inoltre, dalle differenze comparative che sono riassunte nella tabella 1.1. possiamo stabilire le seguenti conclusioni precise della nostra ricerca:

  1. Il numero di concatenamenti differenti dei giocatori ASOBAL è quasi il triplo dei principianti, il che sembra logico, sebbene a priori verrebbe da pensare che le differenze fossero maggiori, ma bisogna tenere in conto che i concatenamenti derivati dall’uso del palleggio sono esagerati nell’Under 12, non controllando gli spostamenti specifici con la palla prima del palleggio perdono quasi sempre il primo ciclo di passi.
  2. La ricchezza della variabilità dei concatenamenti nell’Under 14 è inferiore di molto rispetto ai professionisti, salvo in giocatori concreti e situazioni isolate.
  3. La maggior parte dei concatenamenti veramente ricchi si riducono a pochi giocatori professionisti (2 o 3 in ogni squadra), che li dominano e ripetono rispettando il principio della variabilità e alternanza delle azioni, adeguandoli alle situazioni, per quello che occorre riflettere sul fatto che l’insegnamento della tecnica deve essere sempre contestualizzato in modo tale che i giocatori siano capaci di estrapolarla situazioni similari.
  4. Non possiamo parlare di concatenamenti con ricchezza nei principianti quando non sono capaci di sfruttarli in funzione di quello che il regolamento permette. Valga come esempio l’uso del palleggio generalizzato dopo la ricezione nel corso delle partite. Normalmente queste occasioni isolate sono condizionate per la reazione dell’attaccante di fronte al pressing del difensore oltre che per l’iniziativa propria dell’attaccante di superare il proprio difensore. La maggior parte di concatenamenti analizzati nei bambini sono relazionati con il palleggio mentre negli adulti si tratta di un elemento tecnico molto meno utilizzato e quasi sempre dopo spostamenti specifici con la palla, cioè, una volta esaurito il primo ciclo dei passi.
  5. La maggior parte delle ripetizioni dei tre concatenamenti più utilizzati dagli Under 14 si eseguiranno di più in relazione ai movimenti stereotipati che con un’intenzione tattica adeguata alla situazione. Di questi, se non teniamo in conto il passaggio e la ricezione come concatenamento, il numero totale di concatenamenti si riduce a 329 come cifra media per incontro.
  6. La sequenza più ripetuta in entrambe le categorie è concatenamenti di 3 elementi, rappresentando approssimativamente il 60% del totale in entrambe le categorie. La differenza tra uno e l’altro livello è che nel primo si ripetono le stesse variabili e nel secondo le variabili si modificano.
  7. Gli under 14 non sono capaci di concatenare 6 elementi in nessun caso e in rare occasioni 5 elementi, mentre nei professionisti questa situazione si dà con una certa frequenza, specialmente nei migliori giocatori.[12]
  8. Occorre dire che il volume reale del gioco è inferiore di molto nelle partire Under 14, dovuto alle continue interruzioni regolamentarie, perdita della palla e intensità del gioco, oltre alla durata inferiore dell’incontro.
  9. È necessario sviluppare molto più in Under 12 – 14 gli spostamenti specifici con la palla, come elemento tecnico quasi imprescindibile per disequilibrare l’avversario, favorendo le finte, la progressione verso la porta, etc. e nei quali l’uso del palleggio rimane notevolmente ridotto e anche proibito.
  10. I giocatori che ottengono più efficacia nelle loro azioni sono quelli che alternano in interventi successivi – come possessore – azioni semplici con concatenamenti complessi, e dentro i concatenamenti li variano tanto numericamente come modali e intenzionalmente.
  11. L’alternanza collettiva tra azioni isolate e concatenamenti aumenta l’efficacia nel conseguimento degli obiettivi del gioco, tra l’azione di un giocatore possessore sull’azione del seguente possessore.
  12. Quando predominano le azioni isolate successive da parte di una squadra si devono realizzare alla massima velocità per avere successo o spezzare con un concatenamento iniziato con un cambio di ritmo.
  13. Nella Liga ASOBAL (Campionato Elite Spagnolo) i concatenamenti semplici finiscono nella maggior parte delle occasioni con un tiro mentre nell’Under 14 la maggior parte dei tiri sono azioni isolate, e poche azioni derivate da concatenamenti precedenti. È possibile che questa questione ha incidenza in forma diretta o indiretta nell’ottenimento di situazioni di tiro favorevoli, giacché in alcune squadre analizzate nella Liga ASOBAL abbiamo constatato che, quando una squadra ha raggiunto fino a più di 20 concatenamenti semplici che gli atri, la prima ottiene un 65% d’efficacia nel tiro, di fronte a un 50% d’efficacia rispetto al minor numero di concatenamenti semplici, realizzando entrambi un numero similare di tiri totali.
  14. In funzione delle grandi differenze osservate rispetto a interventi con senso tattico in una e un’altra categoria, è imprescindibile riflettere sulle forme d’insegnamento della tecnica nelle categorie inferiori, insistendo moltissimo nei principi del gioco – attacco alla porta, continuità del gioco variabilità e alternanza di azioni, comunicazione, etc. – che negli strumenti del gioco senza significato tattico.

Fotografie 1, 2, 3 e 4. Esempio di differenze di applicazione del palleggio o del tiro tra il bambino e il giocatore affermato. Il professionista non solo collega meglio gli elementi tecnici che utilizza ma utilizza con maggiore ampiezza le sue leve.

 

Conclusioni di fronte al processo d’insegnamento.

Nella pallamano, come modalità poli strutturale, caratterizzata da azioni tecniche complesse distinte, il bagaglio tecnico del giocatore è praticamente illimitato e dipende, in definitiva, dai seguenti aspetti che si devono considerare nel processo:

  1. L’evoluzione e lo sviluppo delle condizioni fisiche – coordinazione dinamica generale, forza, velocità in distinte forme di manifestazione, etc.
  2. La variabilità e la diversità di situazioni che la competizione propria racchiude.
  3. Il rinnovamento del condizioni di modifica periodica del programma e condizioni d’allenamento e competizioni.
  4. L’iniziativa e la creatività del proprio giocatore.

Per un’interpretazione e applicazione adeguata nel processo d’insegnamento degli aspetti precedentemente menzionati terremo in conto quanto segue:

  1. È necessario utilizzare tutte le possibilità di sviluppo delle qualità fisiche coordinative e condizionali, che si devono programmare in parallelo e in forma integrata con la formazione tecnica. Al contrario, non sarà possibile raggiungere buoni livelli di tecnica.
  2. La tecnica non si può sviluppare esclusivamente in condizioni d’allenamento, poiché ogni approssimazione alla situazione competitiva non sarà altro che una situazione analogica, ma difficilmente isomorfa. Di conseguenza, la varietà di forme di competizione, così come le caratteristiche egli avversari, e l’incremento graduale di competizioni costituiranno aspetti chiave nella progressione dell’insegnamento della tecnica.
  3. I programmi d’allenamento specifico devono caratterizzarsi per la variabilità e la progressiva integrazione delle difficoltà derivate dalle variabili del movimento che prima sono state riferite, andando progressivamente da situazioni più semplici o incluso facilitate fino alle situazioni più complesse o più difficili. La routine nella messa in pratica delle condizioni d’esigenza dei movimenti è una delle macchie che ostacolano la progressione.
  4. L’avversario e le sue caratteristiche – antropometriche, fisiche, tecniche, tattiche – sono fattori fondamentali del progresso. Si converte in questo modo in variabile permanente dell’insegnamento e perfezionamento che renderà possibile il progresso.
  5. Il giocatore è solo colui che decide le soluzioni in situazione reale, dato che è l’unico che vive questa situazione dall’interno. L’evoluzione della tecnica nella pallamano se è generata sempre da condotte evolutive e adattative che proprio il giocatore di pallamano ha creato o “inventato” come nuove soluzioni d’adattamento alla situazione momentanea del gioco, e anche, per gli studi scientifici di biomeccanismi che mai hanno vissuto questa situazione di gioco. Per questa ragione, è fondamentale che nel processo d’insegnamento combiniamo i metodi induttivi con quelli deduttivi, permettendo che il giocatore sviluppi la sua capacità creativa mentre il professore lo guidi attraverso le linee generali di condotte, ma non con movimenti chiusi o astratti, lontani dalla situazione reale.

 

Riferimenti bibliografici

  • Antón, J. (ed.) y otros (1989), Entrenamiento deportivo en la edad escolar, Junta de Andalucia, UNISPORT, Málaga.
  • Bárcenas, D. y Román, J.D. (1991), Balonmano: Técnica y metodología, Gymnos, Madrid.
  • Castelo y coll. (1996) Metodología do treino desportivo, F-M.H., Universidad Técnica de Lisboa.
  • Castelo, J (1999), Fútbol: estructura y dinámica del juego, INDE Barcelona.
  • Grosse, M. y Neumaier, A., (1986), Técnicas de entrenamiento, Martínez Roca (Coleccíon Deportes Técnicas), Barcelona.
  • López, P. (2005), Efecto de la oposición sobre los factore biomecanicos del lanzamiento en salto en balonmano. Tesis Doctoral, Universidad de Jaén.
  • Manno, R. (1991), Fundamentos del entrenamiento deportivo, Paidotribo, Barcelona.
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  • Trosse, H. D. (1993), Balonmano, entrenamiento, técnica y táctica, Martínez Roca, Barcelona.
  • Weineck, J. (1988), Entrenamiento óptimo, Hispano Europea, Barcelona.

 

[11] In questa ricerca pilota hanno partecipato come collaboratori gli alunni Luis Jiménez, Marcos Santana, Óscar Cano e José Antonio Urbaneja.

[12] Desideriamo fare una menzione speciale alla straordinaria capacità di variare le forme di concatenamenti e le variabili conseguenti da parte del giocatore francese Jackson Richardson, in un’alta percentuale delle occasioni con assoluto adattamento e adeguamento alla situazione tattica del momento. In più dell’85% delle occasioni questo giocatore finalizza i suoi concatenamenti con penetrazioni fino alla linea dei 6 metri, tiri a volte con modi inverosimili, assist a compagni in situazioni ottime o applicando fluidità nella circolazione della palla e continuità del gioco, e in rare occasioni commette un errore, nonostante la difficoltà dei suoi movimenti. Probabilmente questo giocatore è l’esempio più rappresentativo della qualità nei concatenamenti e il modello da seguire della tecnica in una pianificazione d’allenamento dei potenziali talenti.

 

Analisi strutturale e concettuale della tecnica nella pallamano: caratteristiche differenziali tra il principiante e il giocatore di alto livello (Parte 1)

Analisi strutturale e concettuale della tecnica nella pallamano: caratteristiche differenziali tra il principiante e il giocatore di alto livello (Parte 2)