Premessa: concetto difensivo della nazionale italiana
In una recente presentazione Power Point destinata a fornire ai tecnici che operano sul territorio alcune fondamentali linee guida rispetto ai principi di gioco della nazionale italiana, il direttore tecnico Riccardo Trillini si è soffermato, tra le altre cose, sul comportamento che deve tenere il primo difensore in caso di «uno contro uno» (d’ora in poi «1c1») verso l’esterno da parte del terzino. Queste le sue parole: «Anche da angolo stretto, [quello dall’ala] è ormai un tiro ad alta percentuale di realizzazione che non può essere lasciato con facilità all’attacco. L’aiuto del primo difensore al secondo difensore che ha perso l’1c1 esterno con il terzino concede spazi e tempi per un buon tiro all’ala, impedendo un tiro difficile del terzino in posizione fortemente laterale e probabilmente non coordinato dopo l’1c1».
In sostanza, al primo difensore si chiede di non forzare la chiusura, per non concedere tiri “gratis” dalla posizione di ala. L’aiuto viene effettuato solo in caso di penetrazione, mentre in presenza di un 1c1 la scelta è quella di concedere il tiro al terzino in condizioni di non ottimale equilibrio. Rispetto al passato – tenendo conto del fatto che a livello internazionale la percentuale di realizzazione sui tiri dalle ali è sensibilmente cresciuta negli ultimi anni – il portiere si trova pertanto nella posizione di dover far fronte con continuità ad una tipologia di tiro oggi molto frequente, ma sovente poco allenata dal momento che costituisce una sorta di “novità”. Ed è qui che sta il problema. Mentre in nazionale si chiede ai primi difensori di non forzare la chiusura, nei club spesso ci si comporta in modo opposto, essenzialmente per due ragioni: la minor efficacia al tiro delle ali che militano nei nostri campionati; e, con ogni probabilità, la mancata conoscenza dei principi di gioco (e delle statistiche) tipici dell’alto livello.
Ciò premesso, sorgono spontanee alcune domande: come deve comportarsi il portiere nella situazione, sopra descritta, di tiro del terzino dopo un 1c1 verso l’esterno? Quali sono gli errori più comuni? Quali esercitazioni possiamo utilizzare in allenamento?
Comportamento del portiere ed errori da evitare
Per prima cosa occorre considerare la scelta del corretto spazio da occupare. Il portiere non deve farsi attrarre eccessivamente verso il fondo dalla traiettoria in uscita del terzino (al fine di non rendere agevole il tiro – scontato e di facile esecuzione in questa situazione – sul palo lungo); al contrario, è fondamentale che acquisisca una posizione avanzata rispetto al palo e che ritardi il più possibile la parata. In generale, resta valida la vecchia regola della bisettrice: denominando AB il segmento che congiunge i due piedi del portiere, se immaginiamo di tracciare una linea che parte dalla mano di tiro e giunge sino al centro di AB, la proiezione di quest’ultima sul terreno di gioco deve idealmente coincidere sempre con la bisettrice dell’angolo che si ottiene prolungando le due linee tallone-punta del piede del portiere.
Quanto alla tecnica ottimale di parata, il portiere potrà utilizzare il classico «gamba-mano» (caso più frequente) o il cosiddetto «saltino» (soprattutto con angolo stretto).
Ciò stabilito, è bene allenare il portiere ad acquisire la corretta posizione rispetto al braccio di tiro, tenendo conto del fatto che è molto facile che un ragazzo, specie se mal consigliato, assuma un’errata posizione dei piedi (e delle spalle), non orientandosi a schermo rispetto al pallone.
Altro errore molto frequente è quello di saltare. In questo caso, siamo in presenza di una regola pressoché ferrea: con tiratore in discesa (ossia con traiettoria verso l’esterno), se il portiere perde gli appoggi è facilmente battibile con tiri in controtempo (pallonetti, ma soprattutto le cosiddette «girelle» sul palo lungo, come si vede nel primo video qui di seguito riportato).
Tirando le somme, il portiere deve affrontare questa tipologia di tiri assumendo una posizione mediamente avanzata rispetto al palo (in altre parole, non eccessivamente conservativa), restando fermo il più possibile, saldo negli appoggi, ed evitando di farsi attrarre verso il fondo dalla traiettoria del tiratore.
Proposta per allenare questa situazione
Per allenare questa situazione di gioco è consigliabile ricreare le condizioni della partita. Difficilmente, infatti, l’allenatore dei portieri potrà costruire in questo caso esercitazioni con tiri “realistici”, che riproducano realmente tutte le variabili della gara. Ciò dipende essenzialmente dal fatto che gli elementi da considerare sono molteplici. Questi i quattro principali: passaggio rapido da una situazione di potenziale tiro da fuori ad una reale di tiro dai 6 metri; possibile (o forse è bene dire frequente) sbilanciamento del tiratore; traiettoria verso l’esterno; tiro che può giungere sotto contatto. Pressoché impossibile, pertanto, che il singolo allenatore riesca a gestire da solo tutte queste variabili.
Per ovviare a queste difficoltà, abbiamo tuttavia a disposizione una soluzione semplice ed efficace: lavorare sul 4c4 (quattro contro quattro), senza ali e primi difensori. In questo modo, i terzini avranno spazio esterno da attaccare in 1c1, mentre i secondi difensori dovranno affrontare il diretto avversario senza l’aiuto, sull’esterno, dei primi. L’esercitazione è valida per il portiere, ma anche in particolare per i secondi difensori, che vengono responsabilizzati a non perdere l’1c1 verso l’esterno.
Esempi video
Traggo queste clip dalla finale del torneo Tiby 2018 tra Italia e Ungheria, categoria under 19. In questa partita si sono verificati numerosi casi di tiro del terzino dopo 1c1 esterno. Come vedrete, dopo un inizio incerto, il portiere italiano Andrea Colleluori (uno dei migliori talenti del nostro settore giovanile) ha saputo fronteggiare alla perfezione la situazione qui presa in esame. Nel video (qui sotto indicato come Video 2) ho inserito didascalie a commento di ogni caso specifico.
(Video 1)
(Video 2)
Laurea magistrale in Arti letterarie e musicali dal Medioevo all’età contemporanea, laurea triennale in Scienze della comunicazione scritta e ipertestuale e diploma liceale scientifico.
Da tecnico di pallamano lavoro da cinque anni come allenatore dei portieri per la Scuola Pallamano Modena. Dalla stagione 2016/17 guido la formazione under 13 del Modena e alleno i portieri di tutte le categorie, dagli esordienti alla seniores. Da anni svolgo attività di reclutamento nelle scuole elementari e medie. Dall’estate del 2017 alleno i portieri delle selezioni nazionali maschili under 17 e under 19. Dall’aprile del 2019 alleno i portieri della nazionale seniores.