PAOLO BARESI
Una risorsa da formare…..per l’eccellenza dei nostri portieri!
Siamo arrivati alle fasi delle finali dei diversi campionati. Stanno per terminare i nostri campionati nazionali senior ed junior , é arrivata l’ora delle final four Champion maschili e femminili. E siamo qui a chiederci chi vincerà , quale sarà il fattore determinante per la partita. Ascolto interviste e sento sempre più spesso che saranno determinanti le prestazioni di Fovio, piuttosto che di Volarevic o di Sampaolo, di Monciardini o di Lupo. Anche a livello internazionale , ormai,, si percepisce che in situazioni di equilibrio, come sono spesso le gare di finale, è la prestazione del portiere che sposterà questi equilibri. [ NdR: l’articolo è stato scritto agli inizi di maggio ’18]
Vincerà la squadra che avrà i portieri con la percentuale di efficacia di parata più elevata. È così. C é poco da fare. Sono i portieri, con le loro parate, a cambiare le sorti di una gara, a spostare gli equilibri ,a determinare la differenza tra la vittoria e la sconfitta.
Ed allora ci si deve chiedere quanto é rilevante avere 2 portieri, per ogni squadra, in grado di fare questa differenza , come e cosa devo fare per avere questi atleti così preparati a determinare la gara. Da tecnico mi viene da pensare che abbiamo solo la strada dell’ allenamento, del migliorare la qualità delle nostre sedute per i portieri.
L’ analisi scientifica delle prestazioni ci da l’informazione che questi atleti hanno caratteristiche molto diverse da quelle degli altri ruoli. Le evidenze ci dicono che sono le caratteristiche coordinative ( capacità di valutazione spazio- temporale, equilibrio, ritmo, capacità di differenziazione motoria ,capacità di reazione motoria etc ) , le percezioni visuo- motorie, le capacità cognitive ( concentrazione, resistenza allo stress e alle frustrazioni della gara, motivazione, anticipazione cognitiva) le abilità più importanti per il portiere. Sono queste le qualità a cui dobbiamo dedicare maggiore attenzione e organizzazione nell’allenamento.
Ritengo che sia sempre più importante la presenza negli staff tecnici di ogni squadra di un allenatore che si occupa della strutturazione e della organizzazione dell’allenamento del portiere . È evidente che L’ head coach non é più in grado di occuparsi anche Dell’ allenamento del portiere , con le caratteristiche sopra descritte. È decisiva , ed è chiaro quando vado a vedere le gare delle categorie giovanili, la figura del GOALKEEPER COACH.
Nelle categorie giovanili si nota immediatamente quando in quel determinato team è presente la figura del goalkeeper coach. Non se ne può più fare a meno. Ora i nostri club devono iniziare a pensare di formare queste figure , magari partendo da ex portieri ,ma con la disponibilità e la motivazione a FORMARSI. Dobbiamo pensare a momenti formativi di qualità per queste figure , che si occuperanno di fare COACHING , con i nostri portieri .
Abbiamo provato , negli anni svariate soluzioni Che potessero far fronte a questo problema, ma siamo arrivati alla conclusione più semplice: abbiamo bisogno di un goalkeepercoach ! C é urgenza di un abile tecnico che si confronta , condivide obiettivi , organizza l’allenamento del portiere all’interno dell’allenamento della squadra. Troppo diverse sono le capacità decisive da allenare ,per poter allenare tutti gli atleti della squadra con lo stesso allenamento. Dobbiamo specializzare il nostro portiere, ma anche il suo tecnico. Un tecnico che dovrà diventare molto bravo ad organizzare l’allenamento partendo sempre e solo dall’ obiettivo che vuole raggiungere con quel singolo atleta , per poi pensare a come raggiungerlo, a quali esercizi proporre , a come/ quando/quanto farli eseguire …….non il contrario!
Ma come può essere organizzato il singolo allenamento di un portiere?
Partendo dalla considerazione che ogni allenamento ha le sue priorità , credo che una struttura base la si debba trovare. Pensando ad un team di portieri , con il suo coach, che si allena all’interno di una organizzazione di squadra, dobbiamo prevedere:
Riscaldamento: si può ipotizzare una formula mista in cui i portieri , dopo una pre-fase dedicata alla prevenzione, si riscaldino per un certo periodo con il resto della squadra e , successivamente , dedichino del tempo ad un riscaldamento speciale e specifico.
Fase centrale 1 .i portieri dovrebbero , in questa fase , rimanere con il goalkeepercoach , ad allenarsi per raggiungere gli obiettivi prefissati dal tecnico . Dobbiamo pensare di ritagliare una porzione di allenamento ( 20-30 min) , in cui gli obiettivi specifici vengono ricercati con allenamenti speciali , organizzati, analitici.
Fase centrale 2 . È una fase molto importante e delicata. Di solito é quella fase in cui gli allenatori chiamano la squadra e dicono “ riscaldiamo i portieri”……ma i portieri hanno già fatto il riscaldamento.
Io credo che possiamo organizzare meglio questo momento (altri 15-20 minuti) e dobbiamo iniziare a smontare la cattiva abitudine ( che però piace molto anche ai portieri!!! ) dell ‘utilizzo della fila centrale e dei tiri pre- ordinati.
Ma quando mai , in gara , i nostri portieri prendono tiri del genere?
Possiamo ottimizzare anche questa fase , rendendola sempre più simile alla gara! E’ una fase in cui possiamo , organizzandoci con L head coach , ricercare obiettivi per i portieri , ma avvicinandoci ad una situazione tecnico/tattica di gioco, che possa essere utile anche al resto della squadra. E’ un momento dell’allenamento che dovrebbe, secondo me, essere ancora in capo al goalkeeper coach (come responsabilità ) che organizza una sequenza logica e di valore di esercizi (dal punto di vista metodologico) con un obiettivo prefissato. Possiamo ottimizzare i tempi dell’allenamento, e spendere questo spazio con esercizi speciali e la totalità della squadra a disposizione; la squadra che,nel frattempo, si allena su traiettorie, modalità di tiro, 1c1 etc che si avvicinano di più a ciò che viene richiesto in gara-
Fase centrale 3 – è il momento in cui i portieri sono a disposizione della squadra, e si allenano per fare da sparring-partner nelle situazioni tecnico/tattiche. Dobbiamo ,anche qui , organizzarci bene poiché , spesso, in questa fase, è solo uno il portiere richiesto . Pertanto , il goalkepercoach ha a disposizione gli altri portieri, a rotazione ….non è il momento dello stretching o del recupero inattivo! Possiamo pensare di ricercare il miglioramento di alcune qualità specifiche in questa fase . Mi piace molto l’idea di allenare in questa fase le abilità visive.
Fase del gioco. I portieri partecipano con la squadra ad eventuali gare a tema previste dall’head coach , ma il goalkeeper coach DEVE stare a fianco dei portieri, sostenerli, correggerli se necessario, aiutarli con feedback immediati ed analisi rilevanti.
Defaticamento: la prestazione del portiere può essere “affaticante” a 360*.
Dobbiamo pensare a quale è stato il carico interno/esterno ma soprattutto cognitivo della seduta e dedicare spazi di “decompressione”
Insomma , abbiamo grandi margini di crescita!
I nostri portieri ci chiedono a voce alta di dedicarci a loro!
Dobbiamo farlo, magari utilizzando risorse umane interne al club. Club che si devono prendere l’impegno di formare questi specialisti che possono divenire risorse del club stesso. I nostri portieri possono ancora crescere tantissimo , soprattutto se dedichiamo loro uno specialista che individua i gap dei singoli o i punti di forza da sviluppare ulteriormente. Il goalkeeper coach è un ruolo decisivo e determinante quanto l’atleta che allena; lo specialista dei portieri che ha approfondito i temi della prestazione , della metodologia di allenamento e della programmazione .
E’ necessario essere stato un ex portiere?
se guardiamo chi copre questa figura a livello internazionale, pare proprio di si!ed io credo che , oggi, sia difficile pensare ad uno specialista che non abbia in passato ricoperto quel ruolo, abbia vissuto quelle emozioni, quelle difficoltà, quelle frustazioni. Ritengo però , che nel prossimo futuro con una adeguata formazione specifica , si possano avere tecnici specialisti eccellenti, pur non essendo stati mai goalkeeper. Ed a questo punto la sfida è la formazione di ogni singolo potenziale tecnico specialista. Abbiamo l’obbligo di formarci per crescere adeguatamente i nostri portieri. Ce lo chiedono i nostri portieri, ce lo chiede l’handball!
E’ arrivato il tempo di allenarli!
Ex portiere di pallamano degli anni ’90 ,da sempre appassionato di pallamano e, in particolare di goalkeeper.
Diplomato all’Isef –università cattolica di Milano
Tecnico di 3* livello federale .
Ha allenato per anni il settore giovanile di Pallamano Cologne ,prima di avvicinarsi al mondo della pallamano femminile come Head Coach di Mortara, Dossobuono, Bancole, Brescia.
Dallo scorso anno fa parte dello staff tecnico federale per le squadre senior , con il ruolo di tecnico dei portieri delle squadre nazionali senior.
Da Giugno 2018 collaboratore tecnico nello staff federale dedicato alle squadre nazionali femminili senior.